La “diseleganza” dell’apparire. Cosa ne pensate?

Dopo gli iniziali “Brava!”, “Fico”, sono iniziati i primi commenti pieni di punti interrogativi. E conosco solo quelli che mi sono stati fatti apertamente (e per i quali ringrazio). Il tema è, ovviamente, il giudizio più o meno positivo sull’apparire. Tema caldissimo, soprattutto di questi tempi. In un’era nella quale tutto, o quasi, è disponibile su internet, è poco accettabile che la propria privacy venga sbandierata ai quattro venti.

Sono, parzialmente, d’accordo. O forse no. Prima di aprire il blog mi sono chiesta almeno un milione di volte se me la sarei sentita di utilizzare in parte mie esperienze di vita per dar voce ad alcuni temi che credo appartengano a moltissime altre persone, per esigenza di condividerli, di dire a qualcuna/o che anche quando si sente “diversa/o” in realtà è uguale a tanti come lei/lui. La risposta è stata prima si, poi no, poi di nuovo si, poi mille volte no. Alla fine ho detto si, con le dovute cautele. Ci sono aspetti della mia esistenza che sono assolutamente privati e desidero che rimangano tali, per il valore che hanno, perché riguardano veramente solo me, per rispetto delle persone che li dividono con me e che con il mio blog non hanno niente a che fare. Allo stesso tempo quando si lanciano temi che hanno una valenza personale non si può evitare di metterci la faccia. E io ce la voglio mettere, nonostante io stessa faccia a volte fatica a non considerarla una caduta di stile.

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Sta di fatto che se ho avuto voglia di farlo evidentemente tutta questa “social vita” non la reputo un problema, anzi. E’ un modo per comunicare, per tirare fuori cose che non mi basta lasciare andare fra le pareti del mio mondo. Qualche tempo fa il timore del giudizio degli altri su questo tipo di avventura probabilmente mi avrebbe paralizzata a tal punto da farmi desistere. Non ora. Ho avuto voglia ed entusiasmo per farlo, è qualcosa in cui credo, che mi diverte, che mi scarica la mente. Che forse un giorno potrebbe avere risvolti inaspettati, chissà. Il punto è che da quando esiste questo blog, ogni volta che pubblico qualcosa di personale, tutti i meccanismi di autocritica si attivano per poi spegnersi un attimo dopo. Indubbiamente c’è una buona dose di egocentrismo in un progetto come questo, la qual cosa mi diverte non poco perché fino a pochi mesi fa non lo avrei mai ammesso e riconosciuto. Perché il mio retaggio culturale mi impone per principio di vedere nell’esposizione e nell’apparire qualcosa con una connotazione negativa. A maggior ragione vado avanti, perché l’istinto mi dice che va bene così e perché in questo caso “lo voglio fare” ha decisamente più valore del “forse è sbagliato”. Staremo a vedere.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate! Qual è la vostra opinione?

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