Bilanci di fine anno. Mal d’amicizia.


Sarà il periodo ma è qualche giorno che cerco di dare un senso a questo anno appena trascorso. Di cose importanti ne sono accadute tante, molte delle quali hanno avuto un impatto talmente forte da cambiarmi. Almeno un po’. Complice un avvenimento tanto sciocco quanto forte di ieri sera, al momento fra tutti gli argomenti mi sento di affrontarne uno che forse più di ogni altro quest’anno mi ha fatta riflettere. Parlo dell’amicizia. Questo è stato l’anno in cui ho scoperto quanto un amico o un’amica possono lasciare segni profondi.

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Scrivo questo post a scopo terapeutico. Perché oggi la mia esigenza principale è lasciare andare un sentimento forte, dargli forma, nome e sostanza. E poi permettergli di lasciarmi. Un’amicizia che finisce fa male come un amore che finisce? La risposta, per quanto mi riguarda, è si. Ma stiamo parlando di amicizie profonde, di quelle che ti scorrono sotto la pelle, di quelle che cambiano la vita. Sono quegli amici al pari dell’amore, senza quella componente romantica propria dei rapporti di coppia. Sono gli amici insieme ai quali cresce una o più parti di te, insieme ai quali percorri pezzi di vita, con i quali dividi tutto, anche quello che non sei disposto a dividere con il resto del mondo. Sono i primi destinatari delle nostre telefonate quando c’è da dire qualcosa di importante, quelli che ci ascoltano in silenzio sapendo come farlo. Sono  le persone che incontri per caso magari, e che diventano il quotidiano anche quando non c’è quotidianità.

Sono i veri destinatari del “non ci lasceremo mai”. E sono estremamente rari.

Non sono mai stata un tipo da comitiva, da gruppo, da amica del cuore. E questo non significa che alle persone non sia capace di dare tanto. E’ una questione caratteriale, probabilmente perché stare (anche) da sola è una cosa che mi piace moltissimo.

Sta di fatto che nella vita ci sono state e ci sono tutt’ora poche, forse pochissime, persone a cui posso dare il titolo di Amica/o con la A maiuscola. Non l’avevo mai compreso fino in fondo questo sentimento fino a quando non ho iniziato a provarlo per alcune persone che sono entrate nei modi più vari nella mia vita. Sono persone diversissime fra loro per età, sesso, interessi, carattere. Eppure ognuna di loro si sposa perfettamente con una o più parti di me. E senza che me ne accorgessi sono diventate sostanza nella mia vita.

Parti di questa sostanza quest’anno hanno deciso che non ne valeva più la pena, per ragioni con le quali ogni parte in causa ha fatto o sta facendo i conti. Ebbene io credo che neanche per amore mi sono sentita così persa. Forse perché la persona che si ama la si considera sempre un po’ “altro da sé”, gli amici no. Per un amore finito si piange, ci si dispera, si reagisce. Con l’amicizia si soffre più in silenzio, sta tutto lì fra cuore e pancia. E’ talmente intimo che difficilmente si riesce a spiegare fuori. E’ difficile spiegarlo anche a sé stessi. Affrontare il distacco da un amico comporta un contegno che non so rappresentare a parole. Istintivamente ho smesso di fidarmi, per un po’. E’ stato talmente impensabile digerire che da un momento all’altro tutto quello che credevo indistruttibile si fosse sgretolato che ho dato per scontato che fosse prassi consolidata. Ma non ne vale la pena, anche perché non cambierei una virgola degli anni passati insieme. E perché proprio come alcuni hanno deciso di andare ce ne sono altri che sono arrivati ritagliandosi un posto speciale nel cuore. E ci sono quelli che non se ne sono andati mai. E che ancora sono lì, anche se ci si sente poco e ci si vede ancora meno. Loro sono lì.

Be yourself. No one can say you’re doing it wrong”. Ecco… questo pensiero di Charles M. Schulz è stato la mia ancora in questo percorso. Sono i rapporti che resistono a questo modo di essere sinceri quelli che probabilmente hanno le migliori chance di resistere a tutte le naturali difficoltà. Ed è con questo atteggiamento che oggi mi relaziono alle persone che mi sono accanto, alle quali forse non starò sempre simpatica o che non mi comprenderanno. Ma avranno sempre la stessa persona davanti. E questo mi consente di essergli accanto con serenità e con fiducia. Perché se mai un giorno ci si dovesse “lasciare” forse sarebbe veramente il momento per farlo.

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