Prima elementare. Che fatica!

Quest’anno Tommaso ha iniziato la prima elementare e dopo quasi due mesi ancora minaccia di abbandonare casa e famiglia pur di non dover andare a scuola e fare i compiti. Per non parlare dei momenti di tragedia nei quali si autoconvince che mai riuscirà a leggere e scrivere. Io sono stata una secchiona, un piccolo treno in tema scolastico. Onestamente non ho esperienza di gestione di simili criticità. E questo vale anche per la mia famiglia. Come lo aiuto?

FullSizeRender (4)Prima di tutto ho resettato la mente da adulta e ho iniziato a comprendere che quello che per me è “facile” per lui potrebbe essere tremendo. Che quello che per me è divertente per lui potrebbe essere fastidioso. Che quello che per me è ovvio per lui potrebbe essere incomprensibile. Quindi la prima cosa è stata… ascoltare. E ascoltare sul serio. Dopodiché, senza mai sminuire le sue paure, cercare di fargli comprendere che è al sicuro sempre. Dopo, trovare il modo per fargli affrontare quello che lo mette in difficoltà attraverso il gioco, il supporto e la fantasia.

Questo non ha mai significato far passare il concetto che la scuola è un optional. No. La scuola riguarda l’area dell’apprendimento, della socializzazione, delle regole, del divertimento anche, ma soprattutto del dovere. E questo per me è importante che lui lo comprenda bene. Mi sono accorta che una delle difficoltà maggiori che ha incontrato è stata quella di non riuscire più a gestire il “suo tempo”. Ha iniziato improvvisamente a dipendere da me, dalla maestra, dal doposcuola, dallo sport. Ed è andato in confusione perchè non trovava più le giornate tutte dedicate a far quello che più gli piaceva.

Così, anche grazie all’aiuto di chi ne capisce più di me, abbiamo comprato una lavagna sulla quale abbiamo disegnato le attività della settimana in modo che lui possa sempre e in autonomia sapere cosa deve fare e quando può invece scegliere come impiegare il suo tempo. Lui ha scelto simboli chiari, io l’ho aiutato a disegnarli (non sono mai stata un fenomeno con le arti figurative!).

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Sembra aver funzionato bene perché ora è lui che mi dice di dover finire i compiti prima di uscire piuttosto che comprendere che il giorno dopo non avrà altri impegni se non una lunga giornata di scuola o lo sport.

Da genitore mi rendo conto che spesso abbiamo un po’ di ansia da prestazione nei confronti dei nostri figli e cerco di imparare ogni giorno a scindere dov’è che ci sono problemi obiettivi e dove invece c’è solo la necessità di tempi o approcci diversi.

E soprattutto dobbiamo saperli gratificare questi bimbi che imparano le cose dei grandi. Ogni traguardo per loro rappresenta un passo immenso.

Essere molto fermi è fondamentale perché chi ha bambini sa bene che loro provano in tutti i modi a farci crollare e desistere inventando le scuse più incredibili che vanno da improvvisi mal di pancia alla comparsa di oggetti volanti non identificati intorno a casa… piuttosto che provare a negare l’esistenza dei compiti. Ma le regole sono regole e noi adulti per primi non possiamo disattenderle altrimenti non c’è speranza che loro le interiorizzino e che le facciano proprie. Rimango convinta che siano fonte di sicurezza anche per loro.

Buona scuola a tutte voi!

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